Erano due anni che non andavo a Valencia ed erano anche 2 anni che non concludevo una maratona correndo, per questo la mia 25° maratona ha avuto un sapore speciale.
Le ultime due maratone di quest’anno, Roma e Firenze le ho infatti concluse camminando, che per la mia logica significa non averle concluse in maratona. Proprio quella di Firenze l’ho voluta interpretare come lungo di 27km, ma la km 26 è arrivato il cigno nero, un infortuno al polpaccio sinistro che mi costretto a concluderla camminando, anche se penso che sia stata una mano dal cielo perché, secondo me, senza l’infortunio l’avrei corsa tutta e probabilmente non sarei stato in grado invece di concludere correttamente la mia 3° maratona di Valencia.
Sono quindi uscito 7 giorni prima del mio arrivo nella città spagnola, dalla maratona di Firenze acciaccato, con una pubalgia piriforme e una contrattura al polpaccio, di conseguenza le aspettative per Valencia erano poche, solo arrivare fino in fondo correndo per poter attaccare la cazzo di medaglia, la 25° medaglia, al muro. In realtà mi ero anche preposto un tempo, ossia stare anche solo un secondo sotto le 4 ore, invece ho finito la maratona in 4 ore e 2 minuti, peggiorando di 18 minuti la performance rispetto all’ultima volta che avevo solcato le strade di Valencia.
Arrivato il venerdi sono subito andato a prendere il pettorale ed il braccialetto che permette l’accesso a tutti i servizi ed ho fatto bene perché al sabato la fina degli atleti era lunghissima anche se devo fare un plauso agli organizzatori che hanno creato una macchina perfetta.
Finalmente la domenica alle ore 8:45 dalla casella viola è cominciata la maratona vera e propria: 4 ore e 2 minuti per fare 43.5 Km dato che non ho tagliato le curve come invece si dovrebbe fare. Forse, lo avessi fatto, sarei anche riuscito a concluderla sotto le 4 ore…
Purtroppo però, fatti i primi passi, si è subito anche fatto sentire il dolore al polpaccio che mi ha accompagnato fino all’arrivo. Sono comunque riuscito a tenere una media di 5,20 minuti a km fino al 30° km dopo di che tutto ha cominciato a fare male, una vera e propria implosione che mi ha costretto a rallentare scendendo fino a 6 minuti al km e pensare 1 miliardo di volte di fermarmi.
A questo punto ho cominciato a rullare i piedi, come si fa in discesa, per poter continuare la corsa e godermi così gli ultimi, spettacolari 10 km. Tutto questo tratto infatti era transennato ed il tanto pubblico ti incitava e faceva il tifo per te chiamandoti per nome (leggendolo dal pettorale) come se fossi il primo arrivato.
Negli ultimi 4 km sono poi riuscito ad alzare un po’ la media riportandomi sui 5.30 minuti a km fino all’arrivo nella splendida location conclusiva.
Qua l’uno appunto all’organizzazione anche se capisco che gestire un tale afflusso di persone non sia semplice: ci hanno fatto passare su un lungo tratto all’ombra e complice il freddo ed il vento quasi tutti abbiamo preso il raffreddore, ma questo è solo un piccolo prezzo da pagare per aver concluso la mia magnifica 3° maratona di Valencia, la mia 25° maratona!
Paolo Pagni